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Il macellaio dell'anno di Barbara Gentiluomo

Non c'era stato tempo: Helen era morta all'improvviso, lasciandolo solo con la sua vita del cazzo e la bottega da macellaio da portare avanti.


No, di tempo non ce n'era proprio stato: due giorni per dirle addio e i ragazzi se l'erano filata per sempre. Dopo cinque anni, Fred aveva deciso di riunirli per il Ringraziamento.

Lui ogni notte sognava Helen che diceva: “gli spiumati stanno arrivando”.

Se solo ne avesse compreso il senso prima, non avrebbe trovato i suoi figli a tavola decapitati, col sangue fin sul soffitto, mentre lui portava il tacchino con la spilla “Butcher of the year” appuntata sul petto. Se le stampava da sé: giovavano all’autostima.

Se l'avesse capito, non avrebbe fatto a gara per avere la bestia più grossa e di conseguenza non si sarebbe trovato il Signore delle Piume in mezzo ad una carneficina in salotto, terrificante, con la testa enorme di tacchino, un bargiglio prominente rosso fuoco, sfumature che si facevano azzurre attorno agli occhi, neri come la notte, che lo fissavano minacciosi. Dietro la testa, una corona di piume scure a raggiera. Era avvolto da un’armatura che gli fasciava il corpo possente ed era circondato dal suo esercito di spiumati, la cui pelle pallida, come appena spennata, era visibile attraverso le corazze.

Con le dita artigliate, ancora sporche del sangue dei ragazzi, gli accarezzava la giugulare:

«se non la smetti di far questo alla mia gente, farai la stessa fine.» Disse torvo, additando la teglia.

Lui, ammutolito dal terrore.

L’indomani si svegliò da solo, che puzzava come una distilleria. Ogni cosa al proprio posto. La cena del Ringraziamento avvolta nel cellophane, che gettò nel bidone dei rifiuti insieme alla bottiglia vuota e alla sua cazzo di spilla.

Poi mise a scaldare una scatola di minestra e si infilò sotto la doccia.

Fine.


© Barbara Gentiluomo.

Il racconto è in votazione per la sfida letteraria "Gli spiumati stanno arrivando".

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