A cura di Lisa Bilotti giornata mondiale del suolo
Il 5 Dicembre è la giornata mondiale del suolo. In un momento storico quale quello presente, è essenziale ricordarci di avere rispetto per il mondo in cui viviamo.
In questo articolo, Lisa Bilotti ci parla della riscoperta del ruolo della Madre Terra, e del perché essa è così importante sia per le popolazioni antiche, sia nei suoi romanzi, Il sangue della veggente e La scelta della Dea.
Il 5 dicembre è la giornata mondiale del suolo, istituita per sensibilizzare la popolazione mondiale rispetto al ruolo cruciale del suolo e alla sua gestione sostenibile.
In un contesto quale quello odierno, in cui i temi della lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico e della tutela della biodiversità sono finalmente attenzionati, è quanto mai importante ricordarci di avere rispetto del mondo in cui viviamo.
Agli albori della civiltà, la natura non era solo casa e sostentamento. Era una presenza viva e reale, così stupefacente da essere considerata divina. Il culto della Madre Terra era infatti tipico di diverse civiltà, come ad esempio quella Inca, Algonchina, Assira, Babilonese, Slava, Germanica, Romana, Greca, Indiana e Irochese.
Anche nella mia dilogia della Veggente, composta dai romanzi Il Sangue della Veggente e La Scelta della Dea, la natura ha un ruolo importante, divino. Essendomi infatti ispirata a civiltà primordiali realmente esistite, e in particolare a quelle dell’Europa del nord e del nord-est asiatico, non ho potuto fare diversamente.
I miei personaggi vivono in una tundra selvaggia e inospitale, ma che è anche fonte di vita e nutrimento. Il suolo in particolare dona bacche e tuberi, che vengono raccolti dall’uomo. Fa crescere gli alberi, il cui legname serve per realizzare utensili e imbarcazioni. Cela i minerali e i metalli, estratti per costruire strumenti in ferro. E dà la vita agli animali, altra grande fonte di sostentamento.
Tanto nei miei libri, quanto nei tempi antichi, il legame dell’uomo con la natura era strettissimo: ciò che la Madre Terra offriva era considerato un dono.
Con il tempo, l’uomo si è trasformato in una creatura sempre più materialista, orientata alla produzione e al profitto. Ha smesso di cercare l’anima nelle rocce, nei fiumi, nelle foreste, e ha iniziato a sfruttare il suolo con l’unico obiettivo di trarne un vantaggio economico. Le conseguenze di questo comportamento sono disastrose, e sono sotto gli occhi di tutti.
Forse è arrivato, quindi, il momento di un cambio di rotta e di riscoperta delle tradizioni più antiche.
Forse è arrivato il momento di tornare alle origini. Probabilmente non servirà a curare le ferite che abbiamo già inferno alla Terra, ma è sempre possibile interrompere i comportamenti più nocivi, e intraprenderne altri più virtuosi.
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